In occasione del 67esimo anniversario del Disastro di Marcinelle in Belgio, avvenuto mercoledì 8 agosto 1956 nella miniera di Carbone "Le Bois du Cazier", Madone Channel ha realizzato questo cortometraggio che racconta la storia di uno dei madonesi che lavorò all'estrazione della roccia sedimentaria in quell'impianto. Grazie alla testimonianza di Luigi Ghislandi e al contributo storico di Vincenzo Malvestiti ripercorriamo le gesta di Angelo Ghislandi (zio di Luigi), classe 1927 e nostro compaesano di umile famiglia. Aderendo al Protocollo Italo-Belga del 1946 (ratificato dalle due nazioni e che prevedeva lo scambio Uomo-Carbone), emigrò nel paese del nord europa in cerca di un futuro migliore. Oltre all'occupazione da minatore, in Belgio trovò moglie ed ebbe figli. Scampò per puro caso alla famigerata strage, perché quel giorno non era presente in miniera. Intorno ai quarant'anni venne dichiarato invalido a causa della Silicosi, contratta lavorando senza le adeguate protezioni con i materiali presenti nel sottosuolo. Morì nel 1999 a causa delle complicanze dovute alla malattia.
Il Disastro di Marcinelle è avvenuto alle ore 8:10 di mercoledì 8 agosto 1956 a seguito di un incendio avvenuto durante la risalita di uno dei carrelli di carbone, il quale non era stato caricato correttamente da uno degli addetti situati sul fondo della miniera. La parte sporgente ha colpito una trave di legno che spezzandosi ha tranciato un tubo di olio, una conduttura dell'aria compressa e alcuni cavi elettrici. Dall'incendio che ne è scaturito si è creato un fumo tossico che ha invaso le gallerie basse uccidendo 262 minatori, rimasti senza aria respirabile. L'Italia ha pagato il prezzo più alto con 136 deceduti. In questo triste appello si contano anche 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 ungheresi, 3 algerini, 2 francesi, 2 sovietici, 1 britannico e 1 olandese. Degli operai presenti quel giorno in miniera solo 13 sono sopravvissuti. L'ultimo cadavere fu ritrovato e recuperato solo 16 mesi più tardi, nel dicembre del 1957. La miniera è stata ormai dismessa da tempo e da alcuni anni ed è diventata Patrimonio dell'UNESCO.
Due parole vanno spese anche per narrare le condizioni che i nostri connazionali hanno inconsapevolmente trovato in Belgio dopo la stipula dell'accordo. Luigi Ghislandi grazie alla sua conoscenza in materia e ai racconti dello zio Angelo, ci ha dato alcune informazioni che delineano un quadro tutt'altro che rassicurante, in barba al protocollo e con un certo atteggiamento passivo anche del governo italiano di quel momento, il quale non ha svolto gli adeguati controlli a tutela dei lavoratori italiani. Dopo il Disastro di Marcinelle finalmente ci si è resi conto delle condizioni lavorative nelle miniere, con la conseguenza che sono state riviste le condizioni di sicurezza, molte sono state chiuse e alcuni trattati sono stati cancellati. Ma entriamo adesso nel dettaglio:
- Per lavorare nelle miniere bisognava possedere una certa Idoneità Fisica, avere al massimo 35 anni e non avere partecipato a Lotte Contadine, Guerre di Resistenza o essere iscritti a Sindacati. A questa forma di controllo era presente anche una Commissione Belga;
- A dispetto di quanto indicato nel Protocollo che parlava di "Abitazioni Confortevoli", tutti gli emigranti una volta giunti in Belgio erano stipati in Baracche (che durante la guerra avavano ospitato i prigionieri politici), Scantinati, Sottoscala, Solai e Abbaini;
- Il Contratto prevedeva un Periodo di Prova più o meno lungo (nel quale in molti hanno abbandonato). Trascorso un anno il Governo Belga ti obbligava a lavorare per altri quattro. Se decidevi di lasciare prima della scadenza dei 5 anni complessivi venivi espulso o perseguito penalmente;
- L'accordo fra le due nazioni prevedeva l'invio dall'Italia a partire dal 1946 di 2.000 operai a settimana per un totale di 50.000. In cambio il nostro Paese riceveva 2 quintali di carbone a minatore a prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di mercato. Quindici anni più tardi arrivarono 77.000 minatori e l'emigrazione è continuata fino a raggiungere la quota di 140.000 unità;
- Per mantenere il prezzo del Carbone a livelli concorrenziali bisognava agire su due fronti: Il basso salario dei lavoratori e le condizioni di sicurezza ridotte al minimo o assenti. Nel 1946 l'estrazione del Carbone era pari a 100 quintali per minatore. Nel 1951 questa quantità era di fatto raddoppiata. Essendo i salari fino a quel momento più bassi rispetto a quelli promessi in Italia, una parte di questo veniva pagato a cottimo con la conseguenza che per guadagnare di più gli operai trascuravano anche quelle piccole e poche sicurezze che avevano a disposizione;
- Nel decennio 1946-1956 (escluso Marcinelle) in tutte le miniere del Belgio erano morti 520 minatori a causa di esplosioni, frane, infortuni, ecc...; solo nella Strage di Marcinelle sono deceduti 262 minatori;
- Ogni minatore doveva versare due giorni di stipendio al Governo Belga come Tassa di Soggiorno;
- A livello di sicurezza le travi di tutte le miniere erano in legno e gli impianti elettrici non erano antideflagranti. Il verificarsi di un incidente sarebbe stata solo questione di tempo, come in effetti è avvenuto.
All'interno del documentario troverete parecchi contenuti inediti, fra cui anche diverse foto della famiglia Ghislandi e alcune riprese video effettuate in Belgio da Luigi, divenute fondamentali per la buona riuscita dell'opera. Inoltre è presente anche una breve introduzione di Vincenzo Malvestiti a delineare il periodo storico nazionale e locale in cui si sono svolti i fatti. La durata complessiva del filmato è pari a 29 minuti e 38 secondi. Buona visione!
Madone Channel (SDXC, agosto 2023)
Autore: Madone 2.0
Data di Pubblicazione: 8 agosto 2023
