Quella che vogliamo pubblicare oggi è una testimonianza recuperata dagli archivi dei CAT (Club Alcologici Territoriali), con la speranza che possa essere d'aiuto a qualcuno che in questo momento sta vivendo la stessa situazione. Per tutti coloro che desiderano conoscere le attività che si svolgono all'interno del nostro CAT territoriale, vi invitiamo a leggere l'articolo intitolato: "Il Club di Madone" pubblicato qualche giorno fa.
"Sono Fulvio e cercherò di spiegare in poche righe quale è stata l’esperienza di vita che mi ha portato ad intraprendere un “percorso di libertà”. Conducevo una vita normale: Lavoro, matrimonio, gli impegni nelle associazioni e nella comunità. Ero apparentemente felice, ma ad un certo punto ho dovuto fare i conti con il consumo quotidiano di birra e di vino. Senza nemmeno accorgermi, la mia vita, le mie scelte, i miei comportamenti erano condizionati dalla birra, dal vino e anche dal caffè corretto “col resentin”, che all’epoca era in voga. Mi spiego meglio: Cercavo tutte le occasioni e le situazioni in cui ero sicuro di bere, perché ormai si era creata una dipendenza tra me e l’alcool, anche se ero convinto che il mio era un bere moderato, senza eccessi eclatanti. Una condizione in cui pensavo di star bene, dove i problemi non esistevano o meglio, l’ho capito in seguito, altri risolvevano per me. Dedicavo sempre minor tempo alla famiglia e la comunicazione in casa era pressoché nulla ed io adducevo la scusa che ero stanco per sdraiarmi sul divano davanti alla televisione. Sandra, mia moglie, cercava di farmi cambiare, di farmi vedere il problema, ma naturalmente io pensavo di stare bene così; casomai era lei ad avere problemi e da questo nascevano problemi, pianti e urla dei bambini. Io mi accorgevo che il legame con le bevande alcoliche era sempre più forte, ma non facevo nulla per cambiare, finche un giorno mia moglie ha fatto scattare qualcosa in me, mettendomi di fronte ai ragazzi e chiedendomi di fare una scelta: A me spettava decidere qual’era il padre di cui i miei figli avevano bisogno. Lascio a voi immaginare quale era il mio stato d’animo in quegli attimi che seguirono: Messo così a nudo, sembrerà assurdo, ma mi sono sentito sollevato, quasi liberato: Stavo sconfiggendo tante resistenze e tante paure. Da quel momento, era il dicembre del 1993, posso dirvi che è iniziato il mio percorso di libertà da un legame subdolo, quello con l’alcool, che mi inibiva psicologicamente e mi condizionava; sono passato al sentirmi libero di ascoltare anche i consigli di amici che avevano avuto i miei stessi problemi. E’ così che ho scelto il percorso dei Club Alcologici Territoriali, che tuttora frequento, che propongono la scelta dell’astinenza dalle sostanze alcoliche ed uno stile di vita che valorizza la persona nella sua essenza. Valori come l’amicizia, la condivisione, la sincerità, la solidarietà, l’amore che le famiglie che frequentano i Club si scambiano, danno fiducia e sicurezza per esprimere liberamente i propri stati d’animo, i sentimenti, le emozioni. Si sente la gioia di riprendere in mano la propria vita e anche le proprie responsabilità e i problemi, ma con la tranquillità e la serenità che solo la libertà conquistata ti possono dare".
Fulvio da SALCE (Belluno)
Autore: A.C.A.T. Madone
Data di Pubblicazione: 25 settembre 2025